Stamattina mi sono svegliata di soprassalto, sul finire di un sogno, sempre lo stesso, io ero lì che guardavo dalla tua parte pensando a cosa fare, divisa tra due forti volontà contrapposte, mi sono svegliata nel freddo mattino piovoso, il grigio e la pioggia hanno accompagnato tutta la giornata, e nell'affaccendamento quotidiano non ci ho più pensato.
E poi stasera eccoti lì, al tavolo di un bar, dietro ai vetri piangenti e appannati di questo freddo gennaio, percorrendo l'arco di veduta che mi era consentito dal di fuori ho visto dipinto sul tuo viso il tempo che hai vissuto da quando le nostre strade si sono divise.
Intorno a me, per un attimo, sono spariti tutti i rumori, la pioggia, il freddo, in quell'istante è stato come rimanere sospesa aspettando che guardassi verso di me, e tutto a un tratto mi sono salite in gola tutte le parole che avrei ancora da dirti, tutto quello che avresti dovuto sapere, gesti, emozioni e reazioni che ci hanno portato dove siamo adesso e ti avrei ricondotto indietro di un anno per restituirtelo meno amaro e buio di quanto non sia stato, ma poi ti ho visto sorridere ed a un tratto niente di quello che avevo pensato aveva più importanza, la cosa importante è che tu stessi sorridendo, con lentezza, con calma, con una luce negli occhi che io non conosco, ma che è stata in grado di raccontarmi il tuo dolore e di frenarmi dall'attirare il tuo sguardo.
Mesi fa, se me lo avessero detto, non avrei mai creduto che passarti accanto e far finta di non vederti sarebbe stato l'atto di amore più grande che potessi farti, ma l'amore, ormai lo so, è in grado di assumere milioni di aspetti, e che tu ci creda o no, in qualche angolo di me stessa io continuo ancora ad amarti.
Quando si vive una storia d'amore è come se dentro risplendesse una luce calda e rassicurante, e anche quando la storia finisce e la luce si spegne, il calore rimane a ricordarti che innamorarsi e perdersi dentro una persona non è mai un errore perché ciò che un cuore innamorato riesce a darti non ti verrà mai chiesto indietro e resterà lì a ricordarti ciò che sei.
giovedì, gennaio 20, 2011
domenica, gennaio 16, 2011
I quit!
Ho deciso di dissociarmi, interesserà a pochi, ma interessa me, perché sono stufa di portarmi dentro l'angoscia dei poveri alluvionati del Brasile che la tv ci propina ad ogni pranzo e cena, sbattendoceli in faccia come se vedere la sofferenza altrui servisse a qualcosa, non sopporto più di avere il cuore pesante per i bambini dell'Africa che ad ogni Natale tornano a guardarci da dietro ai nostri schermi, mentre sulle nostre tavole campeggia ogni frutto di questa terra, non reggo più a sapere che centinaia di ragazzi come me non ce la fanno a sopportare questa vita fatta di continua attesa, di sacrifici per studiare, di porte chiuse in faccia, di speranze che cadono lungo la strada, di sogni bruciati, e si buttano dai ponti, si impiccano, ammazzano i propri figli e poi si tolgono la vita perché non sanno come altro fare, come può la morte essere arrivata ad essere l'unica soluzione? Non ce la faccio a sentire bambini di 15 anni (perché a 15 anni si è ancora bambini)che ingeriscono ogni tipo di droga, litri e litri di alcool per dimostrare chissà cosa, forse per farsi notare dai loro genitori troppo impegnati a lottare per lo stipendio o troppo amareggiati e disincantati dalla vita per ricordarsi che quegli individui, ormai estranei, che rincasano tardi e che di giorno non parlano sono gli stessi per i quali hanno pianto e riso alla prima parolina, al primo passettino, al primo dentino, sono gli stessi che in una foto soffiano su una sola candelina, gli stessi che da dentro il ventre li hanno fatti commuovere con il solo rumore del loro cuoricino appena nato.
Non reggo, non reggo più, ogni giorno che passa la prospettiva di una vita costruita con le mie mani si fa più flebile, tutta la meschinità di questi decenni sta riempiendo gli spazi vuoti che riservavo alla mia mente per potersi rifugiare quando fuori era troppo buio, ultimamente, per quanto abbia cercato di alzare barriere di cinismo, lo schifo che galleggia all'esterno sta penetrando all'interno, e più cerco di difendermi da tutto ciò e più il mio atteggiamento diventa ostile, prevenuto, scostante e irritante, non ho più voglia di vedere i colori per non vederli morire, non ho più la forza di sperare in nulla perché non reggerei al senso di delusione.
Questo mondo non è più fatto per le persone oneste, per chi ogni giorno si arrampica con le unghie e con i denti nonostante tutto, per chi ogni giorno cerca un sorriso da donare, per persone come i miei genitori che sono rimasti a quando bastava uno stipendio per essere felici e che non capiscono che le difficoltà attuali minano anche il più profondo e il più forte degli amori, perché non c'è spazio per l'amore, perché l'amore è morbido e viene facilmente schiacciato, più si ama e più si è fragili, e i sogni diventano vetri infranti pronti a conficcarsi sotto pelle e a ricordarti in ogni istante che l'essere umano non ha corazza, ma che la deve indossare lo stesso.
Ogni giorno io mi sveglio e penso che vorrei soltanto avere un posto tutto mio dove stare, un lavoro che merito cazzo! perché ho studiato ed ho versato sangue e sudore per anni perdendo notti e notti di sonno, non come i figli di papà che comprano gli esami e poi anche il posto di lavoro e poi non sanno usare l'"H" e la "e" con l'accento! Vorrei vivere con il mio amore per il quale vivo e muoio ad ogni respiro, baciarlo e respirare il suo odore la sera quando vado a dormire e vedere i suoi occhi al mattino quando mi sveglio, questo è quello che ogni essere umano onesto merita di avere, perché questo è il senso della vita, tutte le piccole cose nascoste in quelle grandi, fanno della vita ciò per cui vale la pena viverla, ma io mi sento derubata di tutto questo.
Qual'è il nocciolo di tutto ciò? potrei semplicemente chiamarlo sfogo, ma la verità è
che sto qui a chiedermi se non sia sbagliato fregarsene del dolore altrui, anche se non è per cattiveria, ma perché non lo si riesce più contenere, mi verrebbe voglia di pregare, ma dio non esiste e onestamente non mi va di sprecare altre energie per l'ennesima cosa inutile, o nella migliore delle ipotesi, per qualcuno che tanto non ti ascolta (e qui avrò il buon gusto di non aprire il capitolo "Chiesa")
Per questi motivi, che forse a molti sembreranno inutili, infondati, immaturi, insensati, inconsistenti, io scelgo di dissociarmi da tutto il dolore che questo mondo genera, perché non posso porvi rimedio e questa cosa mi lacera.
Non reggo, non reggo più, ogni giorno che passa la prospettiva di una vita costruita con le mie mani si fa più flebile, tutta la meschinità di questi decenni sta riempiendo gli spazi vuoti che riservavo alla mia mente per potersi rifugiare quando fuori era troppo buio, ultimamente, per quanto abbia cercato di alzare barriere di cinismo, lo schifo che galleggia all'esterno sta penetrando all'interno, e più cerco di difendermi da tutto ciò e più il mio atteggiamento diventa ostile, prevenuto, scostante e irritante, non ho più voglia di vedere i colori per non vederli morire, non ho più la forza di sperare in nulla perché non reggerei al senso di delusione.
Questo mondo non è più fatto per le persone oneste, per chi ogni giorno si arrampica con le unghie e con i denti nonostante tutto, per chi ogni giorno cerca un sorriso da donare, per persone come i miei genitori che sono rimasti a quando bastava uno stipendio per essere felici e che non capiscono che le difficoltà attuali minano anche il più profondo e il più forte degli amori, perché non c'è spazio per l'amore, perché l'amore è morbido e viene facilmente schiacciato, più si ama e più si è fragili, e i sogni diventano vetri infranti pronti a conficcarsi sotto pelle e a ricordarti in ogni istante che l'essere umano non ha corazza, ma che la deve indossare lo stesso.
Ogni giorno io mi sveglio e penso che vorrei soltanto avere un posto tutto mio dove stare, un lavoro che merito cazzo! perché ho studiato ed ho versato sangue e sudore per anni perdendo notti e notti di sonno, non come i figli di papà che comprano gli esami e poi anche il posto di lavoro e poi non sanno usare l'"H" e la "e" con l'accento! Vorrei vivere con il mio amore per il quale vivo e muoio ad ogni respiro, baciarlo e respirare il suo odore la sera quando vado a dormire e vedere i suoi occhi al mattino quando mi sveglio, questo è quello che ogni essere umano onesto merita di avere, perché questo è il senso della vita, tutte le piccole cose nascoste in quelle grandi, fanno della vita ciò per cui vale la pena viverla, ma io mi sento derubata di tutto questo.
Qual'è il nocciolo di tutto ciò? potrei semplicemente chiamarlo sfogo, ma la verità è
che sto qui a chiedermi se non sia sbagliato fregarsene del dolore altrui, anche se non è per cattiveria, ma perché non lo si riesce più contenere, mi verrebbe voglia di pregare, ma dio non esiste e onestamente non mi va di sprecare altre energie per l'ennesima cosa inutile, o nella migliore delle ipotesi, per qualcuno che tanto non ti ascolta (e qui avrò il buon gusto di non aprire il capitolo "Chiesa")
Per questi motivi, che forse a molti sembreranno inutili, infondati, immaturi, insensati, inconsistenti, io scelgo di dissociarmi da tutto il dolore che questo mondo genera, perché non posso porvi rimedio e questa cosa mi lacera.
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