martedì, febbraio 17, 2009

novel 00.2

Le vane promesse si andavano accumulando sugli scaffali di una vita intera, parole su parole messe lì unicamente per prendere la polvere dell'incuranza di un'esistenza materialista e piatta, non si poteva nemmeno chiamare "una vita" quella, non era vivere il ripetersi dei giorni, il logorio di una mente che non trovava pace, l'andirivieni dei rimorsi e dei rimpianti, i se e i ma formavano pile e proiettavano ombre sul pavimento e la luce diminuiva sempre di più, lei, pur essendo cosciente di quanto le stesse accadendo, di quanto fosse forte il legame nauseabondo con tutta questa zavorra, era in mezzo a quel caos, giaceva lì come paralizzata, riuscendo solo a compiere gli stessi piccoli movimenti che le permettevano di non urtare alcun ostacolo, eppure...eppure adesso vedeva le cose chiaramente, riusciva a percepire lo strato di occlusione che non le permetteva di respirare, sentiva la superficialità dei giorni passati e se ne disgustava, ma perchè non reagiva, si chiedeva, era meglio continuare ad essere accorti nel non far crollare le pile d'ombra che la attorniavano o era forse più facile allungare una mano e buttare giù una, due, tre, tutte le torri che poteva, nel più breve tempo possibile, giù tutte le certezze, tutte le illusioni, tutte le favole con principi e principesse, via la felicità di una vita al sicuro con casa, giardino, cane, bambini, marito bleah! ma che cazzo non poteva essere tutto lì.
All'inizio di un cammino tutto appare dorato, come la strada verso Oz, ma basta guardarla in prospettiva per capire che è una pia illusione, per fortuna all'inizio di questo cammino ciò che le appariva chiaro era unicamente il profondo divario tra la via che porta al bene e quella che porta al male, troppo facile, le strade costellate di buoni propositi sono buie, tortuose, difficili da imboccare e spesso non si capisce dove portino, le vie che portano all'inferno invece, sono larghe, illuminate, dritte fino all'orizzonte, quando le imbocchi sai perfettamente dove andrai a finire, e allora, continuava a chiedersi, perchè continuare a domandarsi quale delle due prendere, quando la risposta, a questo punto della vita poteva essere una sola, prendi la strada per l'inferno e non pentirtene mai, perchè chi si pente si condanna a soffrire.
Allungò una mano davanti a sè, poi l'altra e infine fece forza sulle gambe per mettersi in piedi "bene" disse "ho trovato la forza di alzarmi, adesso posso lasciarmi questo schifo alle spalle e fanculo la stabilità e la tranquillità, fanculo tutto, io vado via"