mercoledì, ottobre 27, 2010

waste in the sky

quando le mie parole cadono nel vuoto mi sento cadere anche io, non è una questione di risentimento o di approvazione o di chissà quale altro sentimento di riflessione negli altri, ma è il fatto che noi umani abbiamo essenzialmente solo la parola per cercare di esprimere quello che abbiamo dentro, e ci vuole del tempo, non è facile tradurre in parole che aderiscano bene, l'odio, l'amore, l'ansia, la paura, ma a volte capita che siano le parole stesse a venire su da sole, allora le vomiti fuori di getto, così come vengono in quel momento e sono talmente improvvise e spietate come lame, perfette come un guanto che viene sfilato senza fatica dalla mano sulla quale sono stati cuciti, che ti viene quasi da piangere, e lo faresti, dio se lo faresti! e ti senti così sconvolto dopo, per le tue parole, che pensi, aspetti che cambino qualcosa, che ti tornino indietro con una lacrima, con un caldo abbraccio, con qualcosa che ti faccia capire che sei riuscito a toccare qualcuno, invece, cadono nel vuoto, ponf! un rumore sordo, come quando ti cadono le monetine sul letto che le senti solo quando scuoti le coperte la mattina dopo, come quando lasci cadere un sasso sulla sabbia, ponf...nessun rumore udibile da un orecchio che non presta attenzione.
rattrista, io non voglio sentirmi ringraziare perchè dico "ti amo", ma almeno mi piacerebbe sentire il rumore del sassolino nell'acqua, se non altro per riuscire a contare i cerchi che fa.